Lo scrittore-illustratore americano Eric Carle (classe 1929) è senza dubbio uno degli autori di maggior successo a livello internazionale per ciò che riguarda gli albi illustrati. Con i suoi libri, ha superato gli 80 milioni di copie vendute nel mondo, gran parte delle quali proprio grazie all’opera al centro di questa proposta.
Ciò che fa dei suoi albi un vincente prodotto di qualità è la felice combinazione di arte grafico-pittorica e testo. In generale, le sue storie sono semplici, narrativamente lineari, di certo non divergenti (al contrario dunque delle precedenti provocatorie proposte). Insomma, i suoi libri sono adattissimi a un pubblico anche molto giovane, di scuola dell’infanzia.
Dicevamo della sua arte: per capire bene in che cosa consiste l’unicità del suo stile, non c’è niente di meglio che vederlo all’opera proprio mentre compone, attraverso un processo di pittura, disegno e collage, il protagonista del libro qui presentato, Il piccolo bruco Maisazio (Mondadori, 1989; ed. originale 1969), ciò che è possibile fare guardando il filmato presente a questo link.
La storia raccontata in questo albo classico è molto semplice, di una semplicità però da tenere ben distinta dalla banalità: la vita del piccolo bruco, che si aggira affamato nel suo mondo colorato, mangia a sazietà fino a ingigantirsi, racchiudersi nel suo bozzolo e infine trasformarsi in farfalla, non mancherà di stupire e istruire gli occhi dei giovani lettori-ascoltatori, che rimarranno affascinati dalle soluzioni inventate dall’autore. Carle, infatti, gioca con la sua abilità di creare forme da ben assemblati collage di carta velina pitturata e sapientemente intagliata e incollata; gioca con pagine di diverso formato, forate qui e là dai piccoli buchi lasciati dietro di sé dal bruco Maisazio, che assaggia o divora tutto ciò che incontra; gioca con i lettori, e li attira a sé anche grazie all’aiuto del testo, sempre chiaro ed essenziale.
Insomma, un libro da provare davvero in una sezione di scuola dell’infanzia, per il piacere di leggere, raccontare e – perché no – per quello di capire meglio la natura che ci circonda; e da non trascurare neppure negli anni successivi, magari invogliando i bambini a produrre un oggetto-libro simile a questo, ma con altri colori e un altro protagonista.
Una caratteristica comune a tutti gli albi illustrati ben riusciti (tranne il caso limite dei silent books, cioè degli albi solo illustrati, senza parole) è il rapporto di interdipendenza tra parole e immagini. Le due dimensioni iconica e verbale, infatti, se l’albo è composto con equilibrio, dialogano tra di loro formando un tutt’uno inscindibile. E, per ottenere questo effetto, l’attenzione ai minimi dettagli si rivela un fattore decisivo.
Uno degli autori emergenti nel panorama degli albi illustrati è sicuramente il giovane canadese 
… allora puoi davvero fare ciò che ti pare! È questo, in soldoni, il succo della storia di oggi: dopo aver parlato di
Chi l’ha detto che ai bambini bisogna sempre leggere testi rasserenanti, divertenti e “leggeri”? Anche i bambini hanno i loro problemi, e non sono solo questioni di giocattoli e di cartoni animati: molti di loro sono turbati da pensieri che li inquietano, che minano la loro naturale spensieratezza. E a volte, per farli riflettere, per far sì che questi problemi possano essere meglio definiti, e magari risolti, può essere opportuno che i bambini si trovino confrontati con essi, in modo “provocatorio”, cioè per “tirare fuori la loro voce”. A volte, infatti, basta parlare dei problemi per iniziare a superarli.
Nel 2012 se ne sono andati due grandi autori di albi illustrati, l’americano Maurice Sendak, di cui abbiamo parlato a proposito del suo capolavoro

Il 25 febbraio del 2015 (si vedano gli articoli del
Il piedipalopade è un animale aggressivo.
Nata a Londra nel 1948,