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Dalla parte dei bambini: il dramma di non essere ascoltati

mckee_non_now_bernardChi l’ha detto che ai bambini bisogna sempre leggere testi rasserenanti, divertenti e “leggeri”? Anche i bambini hanno i loro problemi, e non sono solo questioni di giocattoli e di cartoni animati: molti di loro sono turbati da pensieri che li inquietano, che minano la loro naturale spensieratezza. E a volte, per farli riflettere, per far sì che questi problemi possano essere meglio definiti, e magari risolti, può essere opportuno che i bambini si trovino confrontati con essi, in modo “provocatorio”, cioè per “tirare fuori la loro voce”. A volte, infatti, basta parlare dei problemi per iniziare a superarli.

E uno dei problemi più frequenti, per ogni bambino, è il rapporto con i genitori: sereno, a volte, ma molto spesso problematico, fonte di conflitti e di turbamenti, quando non di dolore e terrore. E ci sono storie che affrontano proprio questo tema, in modo anche assai diverso l’una dall’altra: il libro di cui parleremo è un testo che lo fa in maniera assai “divergente”, dura, per certi versi scioccante, ed è privo di lieto fine. Si tratta di un bellissimo albo illustrato di David McKee, l’inventore di Elmer, l’elefante variopinto, uno dei suoi personaggi più noti. Si intitola Not Now, Bernard (prima ed. 1980; edizione recensita Andersen Press, 2012), che tradotto in italiano suona Non ora, Bernardo, anche se l’edizione italiana (ormai non più disponibile) venne stampata dalla Emme Edizioni di Rosellina Archinto con il titolo di Non rompere, Giovanni, scelta ancora più provocatoria e fuori dagli schemi.

La storia è molto semplice: un bambino, Bernardo, cerca di attirare l’attenzione dei suoi genitori, ma inutilmente, perché loro, presi in occupazioni domestiche banali, ogni volta gli rispondono con il “ritornello” del titolo: “non ora, Bernardo”. Il bambino allora si reca in giardino, dove c’è un minaccioso mostro che, senza indugi, se lo mangia, restando poi soddisfatto a contemplare una sua scarpina. Il mostro, poi, entra in casa e minaccia madre e padre, con il medesimo risultato che aveva ottenuto, con loro, il bambino: “non ora, Bernardo”. I genitori neppure si accorgono che il loro piccolo Bernardo è stato sostituito da un mostro; addirittura, la mamma giunge al punto di mettere a letto il mostro, dandogli la buonanotte con il consueto “ritornello”. E così finisce la storia. Niente lieto fine, niente riconciliazione, ma uno strappo netto, definitivo, irrimediabile.

E perché proporre una lettura del genere a un bambino? Per metterla in discussione, ovviamente. Per parlare tutti insieme di un problema che più o meno tutti i bambini si trovano ogni tanto ad affrontare: quello dei genitori che “non hanno tempo”, presi nelle loro occupazioni e persi nei loro pensieri. La discussione diventa dunque un modo per capire meglio il punto di vista altrui (dei genitori e del bambino), al fine di esorcizzare una delle più grandi paure: quella di non essere ascoltati, fino a non esistere. Per arrivare, magari, a una riscrittura o a una rivisitazione della storia di partenza, a partire da stimoli come “Ma siamo proprio sicuri che il mostro abbia mangiato Bernardo? Non è che per caso lui è fuggito, e ha perso una scarpina?”; oppure “Proviamo a inventare un nuovo finale a questa storia, un finale in cui ci sia ancora Bernardo”; oppure ancora “Immaginiamo che cosa sarebbe potuto succedere se il papà o la mamma di Bernardo lo avessero ascoltato, invece di dirgli non ora, Bernardo”. Possiamo arrivare anche alla rappresentazione teatrale, basata su un copione ispirato alla storia, in cui i bambini impersonano bambini e genitori che non li ascoltano.

Insomma, l’importante è non lasciare il bambino da solo con questa  lettura, altrimenti rischieremmo di comportarci più o meno come i genitori della storia: il libro deve essere uno spunto per riflettere, per approfondire, per poi andare oltre.

Le storie in rima di Julia Donaldson

9788860793935Nata a Londra nel 1948, Julia Donaldson è una delle scrittrici per bambini più note del Regno Unito. Dal 1993 ha scritto più di quaranta opere narrative e teatrali per l’infanzia e l’adolescenza, molte delle quali in collaborazione con l’illustratore Axel Scheffler. I suoi album illustrati sono pubblicati in lingua italiana da Emme Edizioni (gruppo Einaudi).

Perché i suoi libri hanno così tanto successo? Indubbiamente sono storie che funzionano: divertono, sono ben costruite, sono animate da personaggi molto efficaci e sono arricchite da coloratissime illustrazioni dal tratto inconfondibile. Ma c’è soprattutto un aspetto che vale la pena di sottolineare: sono storie molto ben scritte. Sia in versione originale, sia in versione tradotta, infatti, presentano una forma linguistica particolare, che combina sapientemente la piacevolezza del suono della lingua con la sua ricercatezza. La scelta delle parole non è mai banale né scontata: la Donaldson è capace di proporre storie leggere e divertenti con un linguaggio attento alle esigenze dell’arricchimento lessicale dei suoi giovani lettori. I bambini che ascoltano e leggono i suoi libri, oltre a divertirsi e a conoscere splendidi personaggi, imparano parole. E ciò non è poco.

Tutti gli albi illustrati di Julia Donaldson meritano di essere letti, perché hanno tutti qualcosa da dire, e lo dicono bene. Tuttavia, una scelta va fatta, e la mia cade sulla pluripremiata serie del Gruffalò, un personaggio-mostro che è forse la creazione più nota e geniale della scrittrice. La serie del Gruffalò nasce con il libro A spasso con il mostro, e prosegue con Il Gruffalò e la sua piccolina, che ne è l’ideale seguito. Il protagonista è un furbo topolino che, per scampare agli assalti di una volpe, una civetta e un serpente, si inventa l’esistenza del Gruffalò, spacciandolo per un suo amico. Solo che il mostro esiste davvero, e il topolino lo incontra. Ma la sua furbizia gli permette di escogitare un’altra geniale trovata che lo metterà al sicuro da qualsiasi predatore.

Per questa proposta ho scelto un’edizione particolare della prima storia: la pubblicazione in grande formato Il Gruffalò. Un magico teatro pop-up (2009, Emme Edizioni), che contiene la storia A spasso con il mostro e una sua riduzione teatrale, corredata da un bel teatrino pop-up e dalle miniature di cartone dei personaggi. L’edizione contiene anche lo spartito della canzone del Gruffalò, e sembra nel suo complesso studiata apposta per agganciarvi un progetto didattico che spazia dall’ascolto alla lettura, dalla (ri)scrittura alla drammatizzazione e persino al canto. In rete si trovano filmati realizzati in scuole elementari che esemplificano molto bene le potenzialità del libro.

Benché le storie del Gruffalò siano belle e suggestive, oltre che molto utilizzate a scuola, il mio suggerimento è di leggere anche gli altri libri della Donaldson, che sono tutti molto convincenti e che hanno tutti il pregio di offrire testi di qualità, che giocano con la lingua in modo intelligente e che rappresentano un ottimo tentativo di far passare quel piacere per il libro che è il vero obiettivo di fondo della lettura a scuola. La loro struttura in versi, poi, è fatta apposta per letture musicali, ritmate e vivaci, che riproducono le cadenze delle antiche ballate inglesi. In esse, ad esempio, il docente attento non avrà difficoltà a individuare delle strutture ricorrenti, che si ripetono a intervalli regolari nella storia e che ne favoriscono la memorizzazione.

Per saperne di più sul Gruffalò: http://www.gruffalo.com/ (dove potrete scaricare giochi e filmati, alcuni dei quali propongono le performance canore della stessa Donaldson, accompagnata alla chitarra dal marito).